Commenti Fuori Post
13 Sett 2008 § Antonella -PG- ha detto...
Rif immag 0047.Uno studio pubblicato dalla studiosa Sandra P. Thomas nel 1993, analizza a fondo la questione della rabbia al femminile. La credenza che le donne abbiano una tendenza fisiologica a respingere e ignorare la propria rabbia è dovuta, secondo questa tesi, alla scarsa diffusione di studi specifici sull’argomento. Per scoperchiare la pentola a pressione che racchiude e soffoca la rabbia delle donne, bisogna indagare al di là dei cromosomi.La donna non si trova nelle condizioni di poter manifestare liberamente la sua rabbia. Ha l’obbligo di piacere. Deve essere non solo bella ma anche buona. Il suo comportamento non deve essere sgradevole o fastidioso, non può denunciare l’esistenza di disagi e conflitti. Il compito del gentil sesso è quello di abbellire il mondo, non di cambiarlo. La rabbia femminile è ammessa solamente quando sostiene e difende deboli o bambini. In queste occasioni infatti l’emozione perde le sue connotazioni egoistiche, tanto antiestetiche e poco femminili. La madre che tira fuori gli artigli per difendere la prole è una fiera e nobile tigre, la donna che alza la voce per difendere i suoi diritti è una gallina starnazzante.Il messaggio è forte e chiaro: non c’è via di scampo.La donna deve essere competitiva e realizzata nel lavoro, nonostante la disoccupazione. E allo stesso tempo deve essere una brava madre, perché la natalità è in calo, scegliendo per la gravidanza i tempi giusti, perché dopo i quaranta rischia di essere troppo vecchia. E come se non bastasse, si pretende il sorriso, il buon umore, l’allegria.Una vera donna ha sempre il sorriso sulle labbra, sa comunicare, sa farsi apprezzare, è sicura di sé e in grado di difendersi. Piagnucolare è vietato.Timidezze, complessi, insicurezze, tutto un bagaglio di eventualità inevitabili che sempre sono esistite e sempre esisteranno, non sono più permesse. Bisogna raggiungere la Salute, un perfetto equilibrio psicofisico composto da una psiche muscolosa in un corpo intelligente. Bisogna crescere, maturare, inseguire di corsa un miraggio irraggiungibile e splendente di forza e di bellezza, ma anche di stupido consumismo. Tutto questo genera una quantità consistente di rabbia. Purtroppo, rifiutare valori condivisi e massicciamente propagandati non è facile. Di conseguenza, questo sentimento non viene riconosciuto o non viene accettato, e provoca malesseri più o meno gravi. Può anche semplicemente trasformarsi in lacrime, tristezza, avvilimento. Non è facile riconoscerla dietro i sintomi della depressione o di altri disturbi. Eppure spesso si tratta di rabbia, resa socialmente accettabile.La rabbia c’è, anche se non si vede.Antonella, PG
01 Gen 2008 § Arnaldo ha detto...
Abbracciare con lo sguardo
Nessun commento:
Posta un commento
Al fine di evitare lo spam, I Vostri graditi commenti saranno pubblicati previa autorizzazione da parte dell'amministratore del Blog. Grazie.
.
Per inserire un commento seleziona il profilo Nome/Url
scrivi il tuo nome e se non hai un sito-blog lascia in bianco la voce Url.
.