Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».
Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”
L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?
Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:
1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’
Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.
Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.
Ombre Luci Sfumature
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Ghost
giovedì 28 maggio 2009
Una Cartolina da...
Benvenuta Trilly
I suoi occhi guardavano attraverso quei pochi millimetri di spessore offuscato da una patina di polvere. Fuori scorreva un muro ascendente e discendente dove si arrampicavano audacemente molteplici rovi di more. Quel grigio-verde divenne presto come una patina densa mentre nei suoi occhi fissi e opachi, il riflesso dei ricordi si rese visibile. Di colpo un dolce vuoto, la sensazione di sentirsi sollevata da terra velocemente, tenuta saldamente da due mani grandi e il suono di una voce che le diceva: - “dai piccola mia, avanti prendi le foglie, proprio quelle li dove la tua manina può arrivare” - che bella sensazione, sembrava di volare, era un privilegio guardare tutto quel verde prima lontano dai suoi occhi ora così tanto vicino da sentirne l’odore. Poi un nuovo senso di vuoto generato dalla discesa, il morbido atterraggio delle punte dei piedini sul marciapiede: “Quante ne hai prese foglie a papà? tre? guarda adesso, ora papà le arrotola e ci soffia dentro”. Sorrideva mentre arrotolava stretta quella foglia carnosa, come una cannuccia da bibita, attraverso il quale con un soffio avrebbe generato un buffissimo fischio. Già pregustava lo stupore che avrebbe illuminato quel faccino, l’esperimento era già stato collaudato con successo con gli altri figli ormai grandi, ma, si sa, certe cose con i bimbi funzionano sempre. La sua ipotesi, infatti, non venne smentita, la piccola sentendo quel suono così buffo prese a ridere di cuore, era proprio divertente quella piccola magia. Erano soltanto foglie, in effetti, ma quel papà era stato capace con poco di generare quel suono, e non mi riferisco al fischio, bensì a quello della allegra risata della sua piccolina..[...]
© Trilly - http://unorigami.blog.excite.it/
Grazie Trilly
Ghost
Pubblicato da Ghost alle 19:02 2 commenti
Etichette: 0.0.6 Le Vostre Cartoline
domenica 17 maggio 2009
Tears and rain
Visibile in HQ (alta qualità) e Schermo intero - Edited by Ghost 2009.
http://www.youtube.com/user/GhostClearNuance
Pubblicato da Ghost alle 17:45 5 commenti
Etichette: Liberazione, Pianto, Pioggia