Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».
Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”
L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?
Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:
1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’
Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.
Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.
Ombre Luci Sfumature
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La formula del blog :
Immagine=sensazioni + stato d'animo/atteggiamento
la variabile fondamentale della formula siete Voi stessi.
Ghost
st.d'animo=solidarietà
RispondiEliminaSembra una donna bisognosa di amore o forse non ha imparato ad amarsi e a non rinnegare la propria personalità. Siamo abituati ad essere come gli altri ci vogliono, a vivere secondo le loro aspettative, i loro desideri , soffocando la nostra vera identità per poi tirare le somme davanti allo specchio.
Katy (Mi)
stato d'animo Grinta
RispondiEliminaIniziamo la giornata con un sorriso per noi davanti allo specchio.Guardare oltre l’immagine che lo specchio ci rimanda , cercando di non fermarci all’aspetto esteriore ma guardarsi dentro e decidere che quella giornata dev’essere piena di luce, a prescindere dagli improperi del capo sul lavoro o dei colleghi.
Rosanna, genova
cara Rosanna io vorrei tanto provarci e anche riuscirci, ma com’è difficile per me guardarmi allo specchio e vedere quello che c’è oltre. Non accetto il mio corpo, perchè non accetto qualcosa di più profondo di me, ma non posso accettare tutto di me e volermi bene se per prima cosa non mi piace il mio corpo.
RispondiEliminaEhi anonima non ti piace nemmeno il tuo nome? Dai presentati che ti strapazzo un poco. con affetto. Rosanna,genova
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