parole e immagini



Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».

Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”

L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?

Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:

1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’

Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.

Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.


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Ombre Luci Sfumature




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La formula del blog :
Immagine=sensazioni + stato d'animo/atteggiamento
la variabile fondamentale della formula siete Voi stessi.
Ghost

lunedì 10 dicembre 2007

# GH0102 Mystery House

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3 commenti:

  1. Stupenda!
    Guardare quest'immagine e' come vedere riflesso in uno specchio il mio stato d'animo:un alternarsi di sensazioni inquietanti e positive. Ancora oggi non riesco a capire quali siano quelle che predominano.
    Grazie G.

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  2. S'incontrarono così come ogni tanto accadeva all'uscita di scuola, la borsa sotto braccio e.. via.. Anche da ragazzine, allora, scivolavano in silenzio per le scale prima che i genitori potessero richiamarle, poi, una volta fuori, l'aria fresca invogliava le corse, le risate fragorose e le parole che diventavano subito frasi, dialoghi nuovi.. sempre qualcosa di nuovo da raccontare.. -Allora, andiamo?- chiese Anna a Ketti.- - Si, si, ma racconta, come possiamo trovarla? Chi te ne ha parlato, come arriviamo?-.. -Ei, calma, una domanda per volta, sai anche per me è una grande emozione!- Un amico di Anna aveva, qualche giorno prima parlato dell'esistenza di una grande casa misteriosa che si trovava in una campagna vicino al mare. Anna aveva capito subito che quella era una casa speciale perchè là dentro c'era qualcosa di suo, era la casa dei suoi ricordi passati e nel suo passato c'era anche Ketti. Arrivarono nella zona un po' a naso, facendosi guidare dal cuore: quando batteva forte e arrivava un nodo in gola sceglievano il percorso. L'erba era alta, rovi, cespugli, tutto sembrava fosse impenetrabile come se volesse nascondere qualcosa. Il colore della natura sembrava come le foto invecchiate, seppiate, persino il cielo assumeva le tonalità del mistero!! La luce faceva fatica ad insinuarsi fra gli spazi, tutto era così fitto! -Vuoi rientrare Ketti?- Disse Anna alla sua amica. -Non credo proprio, è da tanto che aspettavo questo momento, ormai anche io, come te, ne ho la certezza, si tratta della casa… casa dolce casa. Voglio vederla!.. Camminiamo..- Un tuffo al cuore.. l'emozione sale, sale, eccola, è lì, davanti a loro e davanti a loro, in fondo a loro, il passato incomincia a folleggiare intorno e intorno a loro balla per renderle ancora felici come allora, come quando, poco più che bambine si sedevano sulle scale di marmo bianco dell'ingresso a parlare, a ridere.. Si girarono tutt'e due verso dove, allora, c'era il giardino. Un attimo, l'immagine di un uomo alto, esile, anziano, chino a strappare dell'erba.. Anna e Ketti si guardarono senza parlare.. Il nonno, era il suo giardino, il nonno che conosceva bene il linguaggio del silenzio.. Anna allungò le braccia come per abbracciarlo e improvvisamente la luce del sole si fece spazio fra le piante che subito si colorarono di verde e i fiori si aprivano uno dopo l'altro e uno dopo l'altro riacchiappavano i propri colori.. era la casa misteriosa, chissà quanti altri segreti conservava all'interno!
    La casa misteriosa, così come da tutti veniva chiamata, era lì. Anna e Ketti si domandavano quale mistero venisse celato che loro non conoscessero e decisero di entrare. Improvvisamente la mano di Anna prese il braccio di Ketti -Aspetta, andiamo sul retro- Al loro passaggio i fiori sbocciavano e si coloravano, le margherite e le calle bianche.. e rose, rampicanti, colori e profumi.. i rovi lasciavano posto alle piante verdi e il sole illuminava ogni parte del giardino. Arrivarono dall'altra parte. -Ketti...guarda, la vecchia cucina dove c'era il caminetto! entriamo?- La vecchia credenza bianca, quella delle bambole, il tavolo, le sedie e il grande camino, grande, caldo, creava intimità, famiglia... Una grande finestra faceva filtrare la luce e la stanza, anch'essa prendeva colore. Le due amiche si strinsero in un forte abbraccio e rimasero vicine vicine.. non riuscivano a parlare... Finalmente Anna riuscì a dire -Ketti, vedi anche tu?- Davanti a loro le immagini del passato, colori, profumi, sensazioni, tutto prendeva forma e vita... Sentirono un cigolio, sussultarono entrambe, ma qual'era il mistero che celava la casa?... Si girarono e solo allora incominciarono a capire.. le persone della casa erano là, le persone che facevano parte del passato e del presente erano là, come se il tempo si fosse fermato ... ecco il mistero svelato.. tutto prendeva vita come allora. Sentimenti ed emozioni, sensazioni e ricordi prendevano forza....la forza che serve per andare avanti, per aprire una porta, una finestra...per vedere ancora quello che vogliamo vedere.. nella nostra casa misteriosa....
    Mi ritorni in mente.

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  3. Il tuo racconto mi ha fatto venire i brividi carissima "Mi ritorni in mente", lo trovo a dir poco FAVOLOSO!Il finale mi fa riflettere tantissimo....
    Le tue parole richiamano immediatamente e fanno affiorare in me antichi ricordi e antiche emozioni vissute da bambina quando varcavo la soglia di un' altra casa misteriosa, quella dei miei nonni paterni!
    Peccato che ora quella casa non c' è più, conservo però tutto il resto..... tutto quello che mi ha regalato durante le vacanze estive. Leggendo il tuo racconto, con la fantasia ripercorro l' andito , attraverso la "mia" casa misteriosa, conservo ancora il ricordo dell' odore dei muri grossi e delle stanze con gli armadi antichi e gli specchi molati, la cucina con la dispensa ed il pozzo, la fantasia galoppa... arrivo fino alla stanza rosa: era la stanza dei bambini, riapro , dopo tanto tempo....la finestra con le persiane verdi dove c' era un gran davanzale e dove mi sedevo malinconica a contemplare lo strapiombo del mare aspettando che la sera dipingesse tutto con i colori infuocati del tramonto, fino al lontano faro....
    Grazie.... perchè il tuo racconto è riuscito a far rivivere in me la spensieratezza e la voglia di non dimenticare il passato. Forse il vero mistero è questo, riuscire ad aprire di tanto in tanto una finestra "antica" per prendere una boccata d'aria.....fresca!

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