parole e immagini



Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».

Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”

L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?

Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:

1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’

Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.

Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.


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Ombre Luci Sfumature




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La formula del blog :
Immagine=sensazioni + stato d'animo/atteggiamento
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Ghost

venerdì 7 settembre 2007

# GH0047 Una Cartolina da...

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Immagine sugg. da M. - Grazie M

6 commenti:

  1. Di che colore è la rabbia?
    Chi può dire nella vita di aver liberato in modo efficace la rabbia, per qualcosa che schiacciava la propria esistenza e di aver avuto altrettanto coraggio per tirarla fuori e buttarla lontano senza paura di morire schiacciati da tanta furia e violenza?
    Io ho sempre più paura della rabbia , tento di assecondarla ma non risolvo nulla, me la trovo davanti quando meno me l' aspetto , beffarda e insolente come un fantasma, sadica mi tortura.
    Altre volte mi sono lasciata travolgere e sono stata malissimo , altre volte mi trovo impotente e non so come fare per sconfiggerla senza ferire in modo irreversibile chi non può capire il senso della mia rabbia!
    C' è poi qualcuno che mi scuote fino all' anima, fino a farmi venire la voglia di gridare e magari piangere, con le parole che io vorrei dire o scrivere e che non posso scrivere,che sento e che vibrano dentro me, mi specchio nelle emozioni e nei sentimenti di Gianfranco e di Angela, poi c' è Anit e gli altri e con loro ci sono io nel mio mare agitato in cerca di pace e abbracci per calmare la tempesta ed essere possibilmente una presenza gradevole e non una che se non c' è è meglio per tutti o per molti.
    Ma forse le mie mani sanno essere ancora calde, come pensa A., pronte a stringere altre mani, nonostante la rabbia e la tempesta, ho tanta voglia di dolcezza!
    Un abbraccio forte a chi mi accarezza con le parole e mi sfiora con la sua presenza gentile e discreta!!! M.

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  2. Non saprei dire se è più "pericolosa" la rabbia o l' apatia!Se guardo la rabbia a volte provo un sentimento di apatia e d' ipotenza e questo non mi permette di liberare la rabbia.
    Senza rendermi conto la soffoco, come un fuoco che non ha ragione di esistere.
    Con l' apatia genero l' incapacità di reagire, tolgo l'ossigeno per alimentare la rabbia, creo tutt'intorno un suolo di cenere.
    Guardando l' immagine provo un senso di liberazione ma lo stato d' animo è quello di avere di fronte una che "esce di testa" e manda in frantumi il suo "equilibrio" e la sua vita stessa.
    Francamente mi fa paura!

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  3. Le parole bruciano in gola,
    scavano nel profondo solchi indelebili.
    Mi chiudo in me,
    cercando di non sentire,
    cercando di non aprire i miei occhi efferati;
    e le parole muoiono bruciando,
    ed io atterrita
    soffoco.
    Marica Pv

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  4. Di che colore è la rabbia? In un'indagine è stato chiesto di visualizzare il colore della propria rabbia e la risposta è andata a favore del rosso seguito dal verde. Il rosso sembra scontato poichè ad esso si associano esplosioni di tipo passionale e il verde viene invece richiamato come colore di rabbia repressa. In realtà la rabbia non è di un solo tipo: esiste quella che divora silente nel tempo, originaria di un proprio vissuto irrisolto; quella che esplode in situazioni contingenti nel quotidiano interrelazionarsi e quella purtroppo più rara che può esistere solo se ci sentiamo parte del mondo e non ci fa assistere passivi e indifferenti a soprusi brutture e ingiustizie perpretate nel nostro tempo. Sono numerosissime le publicazioni più o meno serie che suggeriscono metodi più o meno banali per controllare la rabbia ma la psicologia comportamentale afferma la opportunità di esprimerla e non lasciare che produca, repressa, danni somatici e turbe umorali. Spazio dunque a un salutare arrabbiarsi controllando l'aggressività, utile motore verso azioni di cambiamento personale o sociale, ma evitando l'abbruttimento segnato dal superamento del limite fra uomo razionale e uomo animale. Dunque cara M, tu chiedi di che colore è la rabbia; io ti chiedo cosa vuoi farne della tua rabbia? Ti auguro di non sprecarla. Ciao. Lorenzo -Mi-

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  5. In commenti DOC:
    a proposito della rabbia e dei sentimenti che ancora scuotono i miei muscoli , i tendini, il cervello....

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  6. Si,mi capita ancora d' incontrare la "Signora Rabbia", per carità...tanto di cappello, meglio non farsela nemica!
    Ancora la incontro quando prendo vicoli bui della mia anima ma ora so che ci sono emozioni più importanti da vivere, faccio breve cenno col capo e velocemente mi allontano per dirigermi verso la luce!
    Ora guardo tutto dall' alto, la sensazione è di essere sospesa nel vuoto , quasi come volare, come se i miei pedi ed il mio corpo avessero subìto una scissione al suo interno , da qui posso osservare com' era ieri quella Rabbia....
    In lontananza vedo una grande e morbida distesa di dune , come il suolo di un deserto...i colori hanno subito una metamorfosi, nella notte è venuta giù tanta acqua e ora stanno crescendo fiori di tenerezza e frutti di pace, le colline di sabbbia bruciata dal sole si sono rivestite di verde smeraldo e in quel prato ho ancora tanta voglia di riprendere il mio cammino!

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