Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».
Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”
L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?
Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:
1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’
Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.
Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.
Ombre Luci Sfumature
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La formula del blog :
Immagine=sensazioni + stato d'animo/atteggiamento
la variabile fondamentale della formula siete Voi stessi.
Ghost
L'isolotto buio e desertico è affollatissimo di disperati in attesa di salvataggio, c'è un gran agitare di braccia per attirare l' attenzione dei marinai della "Nave della Dolcezza" che lentamente avanza sulle acque, con le sue vele di fiori e profumi.
RispondiEliminaDalla nave qualcuno si prodiga per andare incontro ai disperati, si lanciano a bordo di piccole barche prese in prestito dai fiori della dolcezza.
Sull' isolotto c'è anche una donna(io?), che forse offre gli ultimi e inutili oggetti preziosi in cambio della salvezza, verrà ascoltato il suo grido di aiuto?
Intanto c' è un gran vociare intorno, un uomo scende dall' isolotto e azzarda un allontanamento dalla terra bruciata ma i suoi passi si fermano in attesa di essere salvato anche lui.
Io sono spettatrice e sento che i disperati saranno presto salvati perchè hanno raggiunto l' apice della loro cattiveria e chiusura mentale e ora sono pronti per affrontare una nuova vita!
La Nave della Dolcezza è molto grande e c' è posto per tutti, è pronta ad accogliere in sè chiunque abbia voglia di ricominciare, chiunque abbia voglia di liberarsi del fardello ingombrante della chiusura agli altri e abbia voglia di lasciarsi travolgere dai frutti della dolcezza.
Più volte ho sperimentato che la mia vita senza dolcezza è un' enorme deserto, per me e per chi mi sta vicino! Anch' io ho tanta voglia di dolcezza...