parole e immagini



Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».

Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”

L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?

Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:

1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’

Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.

Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.


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Ombre Luci Sfumature




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La formula del blog :
Immagine=sensazioni + stato d'animo/atteggiamento
la variabile fondamentale della formula siete Voi stessi.
Ghost

lunedì 21 gennaio 2008

# GH0148

gh_0148

5 commenti:

  1. La lumachina dell' immagine sembra guardare l' orologio appeso al muro...e io sono come lei, costretta a rallentare i tempi e le azioni di queste giornate. Anch' io guardo di tanto in tanto l' ora e penso che non posso fare molto se non aspettare che il ritmo riprenda la sua periodicità abituale, sperando che la mia influenza si risolva presto!
    Spesso siamo come avvolti dalla frenesia e solo un piccolo intralcio di percorso, come una semplice malattia, ci costringe a fermarci e guardare il tempo che trascorre.
    Siamo soliti pensare "Vorrei fermarmi un po' ma non posso",corriamo da una cosa ad un' altra rimandando a chissà quando quel tempo, ma quando è il nostro corpo che ce lo chiede non possiamo più sottrarci!
    Tutto assume un' altra dimensione e improvvisamente le priorità di prima come lavoro, casa, impegni sociali non sono più così fondamentali!
    Persino dormire assume un senso e un valore insostituibile, scavalcando persino il bisogno di alimentarsi!
    Guardare fuori dalla finestra, vedere il sole e pensare che è una bella giornata, percepire allo stesso tempo un sentimento nuovo di serenità, gustare la consapevolezza che ci sarà presto un altro tempo per gioire del tepore di quel sole!
    C' è un tempo per ogni cosa....si tratta solo di (saper) aspettare!

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  2. Guardando l' immagine non posso fare a meno di pensare all' invenzione surrealista di Salvador Dalì: i famosi "orologi molli", dove il tempo meccanico , misurabile con gli orologi è messo in crisi dalla memoria umana, che del tempo ha una sua percezione ben diversa.
    Il tempo scorre secondo metri assolutamente personali, veloce quando si è felici, lento e pesante nella tristezza.
    E io oggi mi sento più lumaca che mai!

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  3. Gli occhiantenne della lumaca sono le lancette dell'ora e il tempo assume un'altra dimensione.
    Sono una persona che ha un rapporto ansioso con il tempo, so che il secondo che sto vivendo è perduto per sempre già dal secondo seguente. Non mi pongo il problema di "quante" cose possa fare in quel secondo ma di "quali" cose. Vorrei dare un senso ai secondi che passano, vorrei fermarli in qualche modo dentro di me.
    Antonella

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  4. I giorni 24, 25 e 26 febbraio saranno dedicati alla festa della lentezza. Insolito avvenimento ma che giunge opportuno in un tempo scandito dalla fretta e dall’impossibilità di fermarsi e di coltivare, come meriterebbero, i rapporti umani. E allora ben venga questa festa per combattere, come diceva una vecchia pubblicità “il logorio della vita moderna”.
    Milan Kundera alla lentezza ha dedicato un romanzo. Lo scrittore ceco scrive tra l’altro: “Parlare della lentezza significa parlare della memoria – e parlare della memoria significa parlare di tutto”.
    Giorgio

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  5. Non so di chi sia l' invenzione di "festeggiare "le giornate della Lentezza, dal momento che ormai si festeggia di tutto e di più....
    Sta di fatto che è un miraggio riuscire a dilatare gli attimi della giornata senza farsi inghiottire dal vortice quotidiano.
    Io non ci riesco mai o quasi mai e ultimamente diventa un lusso riuscire a fermarmi anche solo per un attimo e stare in salutare e terapeutico(parolaccia terribile per la maggior parte delle persone) ozio!
    Io sto festeggiando caro Giorgio, le giornate di Febbraio in anticipo... grazie all' aiuto , se così si può dire, dela signora Pacifica(di nome)e Influenza(di cognome!).
    C' è chi è baciato dalla Fortuna e chi dalla Pacifica e in fondo un po' grata le sono, perchè mi sta dando la possibilità di rallentare i miei tempi, di pensare, di leggere, di scrivere, di guardare con distacco molte cose che in questo periodo mi stanno solo ferendo, di non sentire la sveglia che tutte le mattine violenta le mie orecchie, di sentire che la vita ed il lavoro vanno avanti anche senza di me e forse anche meglio ....
    Che bello, vivere per un po' senza orologi da guardare in continuazione e tempi da rispettare ma soprattutto che bello pensare per un po' solo a se stessi!
    Sembra che tutti dobbiamo partecipare alle Olimpiadi dello Stress, ma davvero bisogna fare qualcosa, forse ascoltarci un po' e capire che la vita si gusta meglio lentamente!!!!!
    Un ciao affettuoso a tutte le lumachine!

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