Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».
Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”
L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?
Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:
1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’
Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.
Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.
Ombre Luci Sfumature
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la variabile fondamentale della formula siete Voi stessi.
Ghost
Ho letto da qualche parte questa frase:IL SORRISO DI UN BAMBINO DICE PIU' DI MILLE PAROLE..è vero!ma, guardando questa foto penso che sia facile sottoscriverla a caratteri cubitali anche per "IL PIANTO DI UN BAMBINO" ...guardandola non posso che pensare alla mia infanzia e alle tante lacrime che ho versato quando ci siamo trasferiti dal mio paese a Cagliari..piangevo sola nella mia troppo nuova e sconosciuta stanzetta...piangevo a scuola inventando mali fisici per non confessare la mia "nostalgia"piangevo senza poter parlare della mia solitudine di bimba sraricata dal suo mondo piccolo e sicuro di abitudini e amicizie consolidate.. non capivo perchè gli altri componenti della famiglia fossero felici e contenti della nuova vita...un mondo nuovo da scoprire e conquistare che non volevo accettare ...un groviglio di sentimenti e timori che ancora adesso non ho risolto completamente e che raffiorano in alcuni momenti della mia vita...riportando a galla tutte le mie insicurezze e paure ...le stesse che leggo in questi occhi di bimba.
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