parole e immagini



Fin da bambini abbiamo imparato o meglio avremmo dovuto imparare, a sviluppare una delle facoltà di giudizio apparentemente più semplici e ad emettere con sufficiente sicurezza la sentenza: « Mi piace - Non mi piace ».

Ben altre difficoltà comporta esprimere un giudizio di “ bello – non bello ” per le implicazioni di ordine estetico-filosofico-culturali insite nella valutazione del “bello” come “intrinseco-oggettivo-soggettivo.”

L’empatia è un’altra facoltà primordiale ereditata alla nascita ma quante persone possono dichiarare di averla nutrita abbastanza da svilupparla fino a “ viverla pienamente” nei rapporti quotidiani?

Dell’esattezza o meno di un nostro giudizio empatico si può trovare conferma solo nella sincerità di chi abbiamo davanti o un flebile riscontro nel suo comportamento reale (non filtrato da una nostra interpretazione). Se l’empatia non è matematica, se le conclusioni non sono certe, se può lasciare dubbi o procurarne nuovi, si può affermare che serva a qualcosa? Il ‘quanto serve’ è direttamente proporzionale a due fattori:

1. quanto ci interessa sviluppare e arricchire le nostre capacità di interrelazione nei rapporti interpersonali.
2. quanto ci interessano ‘gli altri’

Per saperne di più, per utilizzare le immagini come esercizio e dare una mano agli ‘”altri” lavorando su se stessi, percorrete il sentiero verso il faro, salite sulla barca e seguitemi.

Se preferite semplicemente navigare nel mare dei colori, siete e sarete comunque benvenuti.


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Ombre Luci Sfumature




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La formula del blog :
Immagine=sensazioni + stato d'animo/atteggiamento
la variabile fondamentale della formula siete Voi stessi.
Ghost

lunedì 22 ottobre 2007

# GH0057

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9 commenti:

  1. Immagine bellissima..parla di amicizia..parla di solidarietà in un mondo solo apparentemente senza luce...due braccia che ti stringono quando il dolore ci rende vulnerabili e senza difese...sono l'ancora che ti può salvare....dai GHOST non senti le nostre braccia intorno a te...non vedi la luce...apri quella porta...

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  2. A volte un abbraccio fa tornare la voglia di vivere è come nascere due volte, riesce a scuotere quello che lentamente e senza renderci conto lasciamo andare in uno stato di coma!
    Un abbraccio arriva quasi sempre al cuore di chi ha bisogno di aiuto, scava angoli preziosi di luce, quando le parole non vengono decodificate dal nostro "io" perchè è sofferente.
    Un abbraccio calma, conforta, incoraggia...racchiude e trasmette sentimenti e parole d' amore, d' amicizia, di solidarietà, parole spesso sconosciute e iiraggiungibili dalla nostra area cerebrale e che talvolta respingiamo perchè siamo chiusi in noi stessi e nel nostro "star male".
    Il linguaggio di un abbraccio è discreto, fatto di silenzi per far parlare il cuore, ogni rumore esterno è di troppo, bisogna lasciar parlare il gesto, l' abbraccio...solo così si può ancora aver voglia di vivere, solo così si esce dal buio!

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  3. "Nel tuo abbraccio io abbraccio quanto esiste,
    l'arena, il tempo, l' albero della pioggia,
    ogni cosa vive perchè io viva,
    senza andare lontano vedo tutto,
    nella tua vita vedo tutto il vivere."
    (P. Neruda)

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  4. Non sempre un abbraccio conforta e quasi mai placa la rabbia per la morte di un figlio. In questi casi la rabbia prende il sopravvento su tutto, non c'è spazio per sentire nessun abbraccio e le parole rimbalzano come biglie di gomma , nenche le lacrime calmano il dolore che brucia oltre gli occhi anche l'anima.
    Stasera ho tentato e ho abbracciato quella mamma e quel papà , ma le mie braccia non riuscivano ad avvolgerli come desideravo per trasmettere loro tutto il mio affetto .
    Mentre li abbracciavo la mente mi ha ricordato che questo triste copione l' ho già vissuto, anche qui ho accarezzato il lamento ed il pianto di questi genitori, ricordando gli anni che il loro bambino ci ha regalato, le sue parole mute fatte di sorrisi e dolcezza , le sue lotte per vivere e superare tutte le difficoltà....ma non saprò mai se quel mio abbraccio lascerà in loro un piccolo angolo di luce, perchè anch' io ho voluto bene a quel(nostro) bambino !
    Continuerò ad abbracciarli col pensiero perchè possano ancora credere nella vita e trovare la forza di lottare per loro stessi e per la sorellina , che ancora spera che "il suo Matty" riapra presto gli occhi.

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  5. Dalla prima frase pareva che tu fossi la madre del bambino. Dalla seconda si è capito che non è così ma hai scritto come se lo fossi e hai interpretato il suo sentire come fosse uguale al tuo. Hai, come spesso accade fatto un'operazione di proiezione. L'abbraccio non poteva funzionare. La sua magia esiste quando si è consapevoli della propria voglia di dare e/o ricevere. Se provavi rabbia non potevi trasmettere conforto, nè potevi trasmettere solidarietà senza certezza che la tua rabbia incontrasse la sua, ma sei certa che anche lei provasse rabbia? Dolore non sempre significa rabbia. Probabilmente tu che volevi trasmettere affetto, in quel momento avevi bisogno di riceverne altrettanto. Sei orfana di un abbraccio che avvolga la tua rabbia. Cercalo. Potresti trovarlo anche fra le braccia di un bambino.
    Un abbraccio. Spn.

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  6. Carissimo/a Spn ho letto con piacere il tuo commento al mio, presumo che tu appartenga alla categoria degli addetti ai lavori....(...."hai , come spesso accade fatto un' operazione di proiezione", L' abbraccio non poteva funzionare.....").
    Parlando della rabbia più che del dolore, volevo riferirmi più all'atteggiamento del padre del bambino è infatti lui che è stato maggiormente presente , anche durante i ricoveri fuori dalla sua città , è lui che ha affiancato attivamente e con entusiasmo illustri medici e qualche favoloso primario , personale infermieristico e personale ausiliario domiciliare, è questo padre che è stato vicino al bambino durante il coma superato poi grazie alla forza e professionalità di molti, è lui soprattutto lui che prova RABBIA e solo RABBIA, il dolore è per lui marginale perchè abituato a lottare dal giorno che il suo bambino è nato con una patologia congenita gravissima.
    La sua rabbia l'ha urlata :"Ho rabbia, troppa rabbia...." mentre lo abbracciavo come fosse stato un mio fratello, rabbia per essersi allontanato da lui qualche minuto, per andare da una stanza all' altra, per non essersi accorto che il suo bambino lo stava lasciando....
    Io ho solo lavorato col bambino, come terapista domiciliare per otto anni.... e quando parli di "operazione di proiezione ", sorrido.....non perchè tu non abbia fatto un' attenta analisi ma perchè dopo tanti anni che si lavora con un bambino spesso (magari sbagliando) si perdono i confini e la "freddezza professionale"....e si finisce per "lavorare " anche per tutto il nucleo familiare!
    Nell' offrire il mio abbraccio non ho pensato cosa potevo dare a quei genitori, probabilmente niente....Non c' era tempo per pensare alla "mia" rabbia....ho provato e ancora provo solo tanta tristezza e dolore , resta immutato e grande l' affetto per quella famiglia!
    Quanto all' atteggiamento della mamma non dimenticherò mai il suo parlare sottile, dondolandosi come se avesse ancora il suo bambino tra le braccia...assente senza più lacrime, consapevole che quel vuoto resterà per sempre!
    Quanto a me, caro/a Spn, chi può dire se sono o no "orfana di un abbraccio che avvolga la mia rabbia?" ,Forse si.....Si parla tanto di elaborazione del lutto, ma poi....
    Continuerò ad abbracciare tutti gli altri bambini,lavoro soprattutto con loro....sono loro il mio motore e il mio sorriso!
    Intanto ti ringrazio(molto-molto) perchè con le tue parole mi hai offerto il tuo abbraccio, che vale più di qualsiasi altra cosa!!!
    Ciao,
    con affetto M.

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  7. Abbracci, abbracci ,abbracci......che meraviglia!!! Chi può farne a meno? Sono come una tempesta di calore e luce., sembra di volare, sembra di entrare nella persona che ti abbraccia, si riesce a vedere e visitare un universo sconosciuto fatto di emozioni celestiali ed empatia con l' altro, un calore incredibile avvolge entrambi magicamente!

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  8. Toc-toc! Si può? Sono felice per averti ritrovato , voglio abbracciati forte forte e dirti che oggi è stata una giornata MERAVIGLIOSA!
    (Volevo solo che tu lo sapessi caro Ghost...)

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  9. A volte si avrebbe bisogmo di così poco, di una parola o di un piccolo gesto per sentirsi amati e sentire meno il buio .
    A volte sono quelle situazioni che chiamiamo "sfumature" che però cadono nel vuoto e non vengono recepite .
    A volte basterebbe un abbraccio, anche virtuale ma sincero!
    Solo un abbraccio.

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